Il termine di diffida previsto dall'art. 44, comma 1-bis, della legge regionale Abruzzo n. 11/1999 ha natura meramente ordinatoria e funzione di radicare il momento a decorrere dal quale il Comune è tenuto a provvedere entro il termine perentorio di un anno, previsto dal successivo comma 1-quinquies, sulla richiesta di riqualificazione urbanistica di aree per le quali sono scaduti i relativi vincoli. Pertanto, il silenzio serbato dall'Amministrazione rispetto alla diffida non può essere qualificato come illegittimo se non è ancora decorso il termine annuale per provvedere sull'istanza. La decadenza dei vincoli urbanistici che comportano l'inedificabilità assoluta ovvero che privano il diritto di proprietà del suo sostanziale valore economico, determinata dall'inutile decorso del termine quinquennale di cui all'art. 2, comma 1, della legge n. 1187/1968, obbliga il Comune a procedere alla nuova pianificazione dell'area rimasta priva di disciplina urbanistica, obbligo che può essere assolto sia mediante una variante specifica che una variante generale al piano regolatore generale, essendo questi gli unici strumenti che consentono all'amministrazione comunale di verificare la persistente compatibilità delle destinazioni già impresse ad aree situate nelle zone più diverse del territorio comunale rispetto ai principi informatori della vigente disciplina del piano regolatore ed alle nuove esigenze di pubblico interesse.