Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33096 del 17 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:33096PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare il ricorso avverso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, è tenuto a verificare la congruità della motivazione in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, senza poter procedere a una "rilettura" degli elementi probatori, essendo il giudizio di legittimità limitato al controllo della logicità e della conformità ai principi di diritto dell'apprezzamento compiuto dal giudice di merito. Pertanto, il tribunale del riesame, nel confermare la misura cautelare, ha adeguatamente motivato in relazione alle dichiarazioni della persona offesa, ritenute riscontrate dalle conversazioni intercettate, nonché alla pericolosità sociale dell'indagato, desunta dai precedenti penali, dalla prosecuzione dell'attività illecita e dai contatti con altri soggetti gravitanti nel settore dell'usura, elementi tutti correttamente valutati ai fini dell'applicazione della misura più grave.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - rel. Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 07/11/2017 del TRIB. LIBERTA' di TARANTO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PARDO IGNAZIO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa LORI PERLA, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
Udito il difensore avv.to (OMISSIS) che chiede l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.1 Con ordinanza in data 7 novembre 2017 il tribunale della liberta' di Tara…

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