Cassazione penale Sez. II sentenza n. 517 del 12 gennaio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:517PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si differenzia dal reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia alla persona non tanto per la materialità del fatto, che può essere identica, quanto per l'elemento intenzionale, caratterizzato nella fattispecie estorsiva dalla consapevolezza dell'agente che quanto egli pretende non gli è dovuto, in tutto o in parte. Pertanto, la condotta violenta o minacciosa, se finalizzata al conseguimento di un profitto "ex se" ingiusto, configura il più grave delitto di estorsione, anche in presenza di una pretesa di diritto da parte dell'agente, laddove tale pretesa sia perseguita con modalità sproporzionate e gratuite di minaccia, tali da determinare una coartazione della volontà della vittima. Il giudizio di comparazione tra circostanze attenuanti ed aggravanti, previsto dall'art. 69 c.p., può ritenersi adeguatamente motivato anche se il giudice pone in risalto una sola delle circostanze suscettibili di valutazione di prevalenza o di equivalenza rispetto alle altre, per dimostrare la ragione del proprio convincimento, senza necessità di una specifica analisi di tutte le singole circostanze. Nel caso di specie, la Corte di appello ha correttamente escluso la prevalenza delle attenuanti generiche, evidenziando l'oggettiva gravità dei fatti, la condotta idonea a terrorizzare la parte lesa e la minima consistenza delle motivazioni poste a base del riconoscimento delle attenuanti, comunque concesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 259/2011 CORTE APPELLO di MILANO, del 07/04/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/12/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;

Udito il difensore avv. (OMISSIS) di fiducia per entrambi gli imput…

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