Cassazione penale Sez. III sentenza n. 22248 del 4 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:22248PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare per l'applicazione della misura della custodia in carcere, può essere desunto non solo dalla gravità dei fatti oggetto di indagine, ma anche dalla permanenza di un contesto criminale in cui l'indagato risulta inserito, dalla recente applicazione di analoga pena per reati similari, nonché dall'irreperibilità dell'indagato al momento dell'esecuzione della misura, circostanze che rendono poco attendibili elementi favorevoli prospettati dalla difesa circa l'intenzione dell'indagato di intraprendere un percorso di reinserimento sociale. Pertanto, il giudice può ritenere sussistente il pericolo di reiterazione del reato anche quando i fatti contestati risalgano a un periodo precedente, purché siano acquisiti elementi concreti ed attuali che dimostrino la permanenza di un contesto criminale e della pericolosità sociale dell'indagato, senza che sia necessario un nuovo esame degli elementi già valutati dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. GRILLO Carlo - Consigliere

Dott. LOMBARDI Alfredo Mar - Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto dal:

LA. Ed., n. in (OMESSO);

avverso l'ordinanza in data 21.1.2008 del Tribunale di Brescia, in funzione di giudice del riesame, con la quale e' stato confermato il provvedimento del G.I.P. del medesimo Tribunale in data 3.12.2007, che aveva applicato al LA. la misura cautelare della custodia in carcere.

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LOMBARDI Alfredo Maria;

Visti gli atti, la ordinanza denunziata ed il rico…

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