Consiglio di Stato sentenza n. 7764 del 2021

ECLI:IT:CDS:2021:7764SENT

Massima

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L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive non richiede una specifica motivazione in ordine all'interesse pubblico alla rimozione dell'abuso, in quanto tale provvedimento ha natura vincolata e rigidamente ancorata al ricorrere dei relativi presupposti di fatto e di diritto. L'accertamento dell'abusività dell'immobile è sufficiente a giustificare l'ordine di demolizione, senza che sia necessario valutare comparativamente gli interessi in gioco, poiché il titolare dell'opera abusiva non può vantare alcun affidamento meritevole di tutela, essendo la sua condotta ontologicamente illecita sin dall'origine. Pertanto, l'inerzia dell'amministrazione nell'esercitare il potere/dovere di repressione dell'abuso edilizio non è idonea a far divenire legittimo ciò che è ab origine illegittimo, né a radicare in capo al proprietario dell'abuso un affidamento giuridicamente qualificato. Anche nell'ipotesi in cui l'ingiunzione di demolizione intervenga a distanza di tempo dalla realizzazione dell'abuso, il titolare attuale non sia responsabile dell'abuso e il trasferimento non denoti intenti elusivi dell'onere di ripristino, il provvedimento demolitorio non richiede una specifica motivazione in ordine alle ragioni di pubblico interesse che impongono la rimozione dell'abuso, essendo sufficiente l'accertamento della sua contrarietà alla normativa urbanistica ed edilizia vigente. Il principio secondo cui l'ordine di demolizione di opere abusive non necessita di una motivazione in ordine all'interesse pubblico alla rimozione dell'abuso non ammette deroghe, nemmeno nell'ipotesi in cui l'ingiunzione di demolizione intervenga a distanza di tempo dalla realizzazione dell'abuso, il titolare attuale non sia responsabile dell'abuso e il trasferimento non denoti intenti elusivi dell'onere di ripristino. Una volta accertata l'abusività dell'immobile, l'ordine di demolizione non può essere evitato dall'amministrazione, a prescindere dalla valutazione quantitativa dell'abuso edilizio, in quanto la mancanza di uno specifico titolo edilizio e la contrarietà agli strumenti urbanistici vigenti non tollerano alcuna valutazione in tal senso, utile ad evitare la relativa demolizione.

Sentenza completa

Pubblicato il 22/11/2021

N. 07764/2021REG.PROV.COLL.

N. 09732/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9732 del 2014, proposto da
Comune di Bolzano, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Gudrun Agostini, Alessandra Merini, Bianca Maria Giudiceandrea, con domicilio eletto presso la Segreteria del Consiglio di Stato in Roma, piazza Capo di Ferro 13;

contro

Alberto Colaone, Elena Weger Colaone, Loredana Mazzalai, Manuel Colaone, rappresentati e difesi dagli avvocati Mario Occhipinti e Antonio Contarino, con domicilio eletto presso lo studio Mario Occhipinti in Roma, via Belsiana 71;

per la riforma

della sentenza del T.R.G.A. – Sezione Autonoma di Bolzan…

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