Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è che, in presenza di immobili sottoposti a vincolo paesaggistico, l'installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture non può essere automaticamente preclusa sulla base di una generica incompatibilità estetica con il contesto tradizionale, ma richiede una valutazione più approfondita che tenga conto della specifica collocazione dell'edificio, della percepibilità visiva dell'intervento e del bilanciamento tra la tutela del paesaggio e il favor legislativo per le fonti di energia rinnovabile. In particolare, la motivazione del diniego o della prescrizione limitativa all'installazione di pannelli fotovoltaici deve essere particolarmente stringente e non può limitarsi a rilevare una generica minor fruibilità del paesaggio sotto il profilo del decremento della sua dimensione estetica. Occorre invece una valutazione comparativa degli interessi in gioco, considerando che la produzione di energia elettrica da fonte solare contribuisce, sia pur indirettamente, alla salvaguardia dei valori paesaggistici. Pertanto, il giudizio di compatibilità paesaggistica non può basarsi soltanto sulla mera visibilità dei pannelli o sulla loro dissonanza con il contesto architettonico tradizionale, ma deve tener conto dell'evoluzione normativa e della sensibilità collettiva che ormai considerano tali tecnologie come elementi ordinari del paesaggio, purché il loro inserimento non modifichi in modo rilevante l'assetto esteriore complessivo dell'area vincolata. In assenza di una motivazione adeguata e di una valutazione concreta delle peculiarità del caso, il diniego o la prescrizione limitativa all'installazione di impianti fotovoltaici risultano illegittimi.