Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34636 del 13 settembre 2024

ECLI:IT:CASS:2024:34636PEN

Massima

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Il reato di estorsione può essere integrato dalla prospettazione o dalla concreta promozione di azioni giudiziarie, qualora tale condotta sia finalizzata a ottenere un profitto ingiusto, al di fuori del giudizio, costringendo il convenuto a sottoscrivere un accordo transattivo privo di giustificazione. Infatti, la minaccia di adire le vie legali, pur avendo un'apparenza di legalità, può integrare l'elemento costitutivo del delitto di estorsione quando sia formulata non con l'intenzione di esercitare un diritto, ma con lo scopo di coartare l'altrui volontà e conseguire risultati non conformi a giustizia. Tuttavia, quando l'azione giudiziaria è concretamente promossa, l'intervento del giudice, cui è affidata la valutazione della legittimità della pretesa, impedisce di ipotizzare la sussistenza della costrizione illecita e del profitto ingiusto, essendo ontologicamente incompatibile con l'azione estorsiva. L'estorsione, pertanto, può ritenersi integrata solo qualora la promozione di azioni giudiziarie temerarie costituisca il mezzo per ottenere un profitto ingiusto "fuori dal giudizio", essendo funzionale a costringere il convenuto, fiaccandone le resistenze economiche e morali, a consegnare somme a titolo formalmente "transattivo", ma in realtà prive di qualsiasi giustificazione. Inoltre, l'elemento soggettivo del reato di estorsione deve essere valutato alla luce della consapevolezza dell'agente circa la pretestuosità della richiesta e la capacità coercitiva della sua condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta da:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - Consigliere

Dott. D'AURIA Donato - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Sc.Pi. nato a C.(G.) il (Omissis)
avverso la sentenza del 13/12/2023 della CORTE di APPELLO di MILANO
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere SANDRA RECCHIONE;
il procedimento si celebra con contraddittorio scritto ai sensi dell'art. 23, comma 8, del D.L. n. 137 del 2020,
il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Ga.St.ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso
L'Avv. Al.Vi. nell'interesse della parte civile ((omissis)). depositava conclusioni e nota spe…

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