Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2086 del 20 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:2086PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la credibilità delle dichiarazioni rese dalla parte offesa, deve tenere conto della coerenza e precisione del racconto, del suo riscontro con le deposizioni testimoniali e con gli elementi di prova oggettivi, nonché della ragionevolezza della ricostruzione degli eventi, senza che possa essere censurata in sede di legittimità la valutazione di merito effettuata dal giudice di appello, purché sorretta da motivazione immune da vizi logici. Il mancato riconoscimento in udienza della parte offesa non esclude la possibilità di ritenere provata la responsabilità dell'imputato, ove vi siano altri elementi probatori, come la querela presentata immediatamente dopo i fatti, che consentano di individuare con certezza i soggetti coinvolti. Inoltre, la valutazione delle lesioni riportate dalla parte offesa, compatibili con la dinamica dei fatti accertata, rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, se sorretta da adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. PR. , N. IL (OMESSO);

2) BO. SE. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 18/06/2008 CORTE APPELLO di TORINO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dott. MELONI Vittorio, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

La Corte di Cassazione:

O…

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