Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12077 del 30 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:12077PEN

Massima

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Il delitto di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta del soggetto attivo, caratterizzata da minacce o molestie reiterate, crea nella vittima uno stato di grave e perdurante turbamento tale da alterare significativamente le sue abitudini di vita, ingenerando in essa un fondato timore per la propria incolumità o per quella di persone a lei vicine. Pertanto, ai fini della sussistenza del reato, non è sufficiente la mera reiterazione di condotte moleste o minacciose, ma è necessario che tali comportamenti siano idonei a cagionare nella vittima un perdurante stato di ansia e di paura, tale da incidere in modo apprezzabile sulla qualità della sua vita quotidiana. Inoltre, la valutazione della sussistenza del delitto deve essere effettuata tenendo conto della complessiva condotta dell'imputato e della reazione della persona offesa, senza trascurare eventuali comportamenti provocatori o reattivi di quest'ultima, i quali, pur non escludendo la responsabilità dell'imputato, possono incidere sulla gravità della sua condotta e sulla conseguente determinazione della pena. Infine, l'ammissione della costituzione di parte civile della persona offesa, pur non essendo indicata nel capo di imputazione quale persona offesa dal reato, è consentita qualora risulti che la stessa abbia subito un danno in conseguenza della condotta persecutoria, purché tale danno sia stato adeguatamente provato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/10/2019 della Corte di appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ROMANO Michele;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale LOCATELLI Giuseppe, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe la Corte di appello di Lecce ha parzialmente riformato la s…

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