Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20937 del 3 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:20937PEN

Massima

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Il reato di rapina aggravata si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, si impossessa di un bene altrui al fine di procurare a sé un ingiusto profitto, anche qualora la violenza o la minaccia siano utilizzate successivamente per assicurarsi il possesso della cosa sottratta o garantirsi l'impunità di altri reati. La mancata realizzazione dell'evento non esclude la configurabilità del reato, essendo sufficiente che l'azione sia stata idonea e univocamente diretta al conseguimento dell'ingiusto profitto, indipendentemente dal rifiuto della persona offesa. L'utilizzo di un frammento di vetro tagliente integra l'aggravante dell'uso dell'arma, mentre non è applicabile l'attenuante della provocazione, in quanto la giurisprudenza costante esclude tale circostanza in caso di reati contro il patrimonio. Infine, il concorso formale di reati non può essere escluso sulla base della rapida successione temporale degli eventi, essendo necessario che i diversi fatti siano caratterizzati da autonomia e distinzione oggettiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. RAGO Geppi - rel. Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. DE SANTIS Anna Maria - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
contro la sentenza del 21/12/2015 della Corte di Appello di Perugia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. G. Rago;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Baldi Fulvio, che ha concluso chiedendo il rigetto;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accogli…

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