Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34730 del 13 settembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:34730PEN

Massima

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Il pericolo di inquinamento delle indagini e di reiterazione di analoghe condotte criminose, unitamente alla non occasionalità e alla gravità della condotta corruttiva protrattasi nel tempo, possono giustificare l'applicazione della più grave misura cautelare della custodia in carcere, in quanto ogni altra misura meno afflittiva lascerebbe libero l'indagato di interferire nelle indagini e di reiterare simili comportamenti illeciti, pregiudicando l'accertamento dei fatti e la tutela dell'interesse pubblico. La valutazione della sussistenza di tali esigenze cautelari, così come l'apprezzamento della gravità indiziaria, rientra nel prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui motivazione deve dare conto in modo logico e coerente delle ragioni poste a fondamento della decisione, senza che il giudice di legittimità possa sindacare nel merito le valutazioni compiute, se non in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. MARTELLA Ilario S. - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. ROSSI Agnello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto da:

PI. Gi., n. a (OMESSO) il (OMESSO);

avverso la ordinanza in data 27 - 30 marzo 2007 del Tribunale di Milano;

Visti gli atti, la ordinanza denunziata e il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CONTI Giovanni;

Udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. IACOVIELLO Francesco M., che ha concluso

per il rigetto del ricorse;

Udito il di…

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