Cassazione penale Sez. I sentenza n. 48575 del 23 ottobre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:48575PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuazione tra reati commessi nell'ambito di un'associazione criminale non può essere riconosciuta in sede esecutiva sulla mera base di un dubbio sulla sussistenza del medesimo disegno criminoso, in quanto il riconoscimento della continuazione incide sulla certezza del giudicato in relazione al profilo della irrogazione della pena. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, nel valutare la sussistenza della continuazione, deve accertare in modo certo l'identità del disegno criminoso, senza poter fare affidamento su un mero dubbio, in ossequio al principio del "favor rei". Inoltre, il giudice deve motivare adeguatamente le ragioni per le quali ritiene che determinati reati non siano in continuazione con il reato associativo o tra loro, facendo riferimento a dati certi emersi nella fase di cognizione, quali la mancanza di programmazione al momento della costituzione dell'associazione, l'occasionalità del nesso tra i reati, l'assenza di funzionalità agli interessi dell'associazione. Tali valutazioni rientrano nell'ambito della discrezionalità del giudice di merito e sono sottratte al sindacato di legittimità, se sorrette da motivazione congrua e immune da vizi logici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Presidente

Dott. NOVIK Adet Ton - rel. Consigliere

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. SARACENO Rosa Anna - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/11/2016 della CORTE ASSISE APPELLO di CATANIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere ADET TONI NOVIK;
lette le conclusioni del PG Dr. DI LEO Giovanni, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RILEVATO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con ordinanza del 21 novembre 2016 la Corte di assise di appello di Catania, su istanza presentata da (OMISSIS) riteneva la continuazione tra il reato di cui alla sentenza del…

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