La qualifica di pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio può essere attribuita ai soggetti inseriti nella struttura organizzativa e lavorativa di una società per azioni, quando l'attività della società medesima sia disciplinata da una normativa pubblicistica e persegua finalità pubbliche, pur se con gli strumenti privatistici. Non è necessario che l'attività svolta sia direttamente imputabile a un soggetto pubblico, essendo sufficiente che il servizio, anche se concretamente attuato attraverso organismi privati, realizzi finalità pubbliche. Il parametro di delimitazione esterna del pubblico servizio è costituito da una regolamentazione di natura pubblicistica, che vincoli l'operatività dell'agente o ne disciplini la discrezionalità in coerenza con il principio di legalità, con esclusione in ogni caso dall'area pubblicistica delle mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale. Pertanto, il presidente e il consulente amministrativo di una società mista a prevalente capitale pubblico, incaricata della promozione di attività dirette al rilancio e allo sviluppo produttivo e occupazionale di un determinato territorio attraverso l'erogazione di contributi comunitari agli imprenditori aderenti, rivestono la qualifica di pubblici ufficiali in relazione allo svolgimento di attribuzioni di natura certificativa, di verifica dell'adempimento degli obblighi dei soggetti beneficiari del finanziamento pubblico e propulsiva delle pratiche finalizzate all'ottenimento di tali finanziamenti da parte dei soggetti privati richiedenti, attività che si collegano all'attuazione di obiettivi di interesse pubblico. La condotta di tali soggetti, che abusando dei loro poteri e della loro posizione di vantaggio, hanno costretto e indotto gli imprenditori soci a promettere e consegnare loro indebitamente somme di denaro, minacciandoli che in caso contrario non avrebbero istruito le loro richieste di finanziamento ed avrebbero così impedito loro di accedere ai finanziamenti comunitari cui avevano diritto, integra il delitto di concussione di cui all'art. 317 c.p. e non quello di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p., in quanto il pubblico agente ha prospettato ai privati un danno ingiusto, consistente nel mancato completamento delle pratiche volte all'erogazione del saldo loro dovuto, che questi ultimi hanno inteso evitare piegandosi alle ripetute, illecite pretese dei pubblici ufficiali.