Cassazione penale Sez. I sentenza n. 35105 del 19 agosto 2016

ECLI:IT:CASS:2016:35105PEN

Massima

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Il porto di un oggetto, per essere considerato reato ai sensi della L. n. 110 del 1975, art. 4, deve essere valutato in relazione alla sua effettiva idoneità all'offesa della persona, tenendo conto delle circostanze di tempo, di luogo e di persona, nonché della mancanza di motivi che giustifichino il suo trasporto al di fuori della propria abitazione. Il giudice deve quindi esplicitare le ragioni per cui l'oggetto sequestrato può essere ritenuto un'arma impropria, sulla base di una valutazione complessiva delle circostanze del caso concreto, senza limitarsi ad affermazioni assertive. Solo a seguito di tale accertamento preliminare, il giudice potrà valutare la sussistenza degli altri elementi costitutivi del reato, come la lieve entità del fatto, ai fini dell'applicazione di eventuali cause di non punibilità. La mancata motivazione su tali aspetti essenziali comporta l'annullamento della sentenza con rinvio per un nuovo giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. SARACENO Rosa Anna - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessand - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso la sentenza n. 2969/2014 emessa l'11/11/2014 dal Tribunale di Catania;
Udita la relazione svolta in pubblica udienza dal Consigliere Dott. CENTONZE Alessandro;
Udito il Procuratore Generale, in persona della Dott.ssa CAMBRIA Delia, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RILEVATO IN FATTO
1. Con sentenza emessa l'11/11/2014 il Tribunale di Catania giudicava (OMISSIS) colpevole del reato di cui alla L. 18 aprile 19…

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