Il diniego del nulla osta per lavoro subordinato a favore di un lavoratore extracomunitario, adottato sulla base della disciplina dei flussi migratori di cui agli artt. 21 e ss. del d.lgs. n. 286/1998, può essere impugnato esclusivamente dal datore di lavoro che ha presentato la domanda di assunzione, in quanto unico soggetto titolare di una posizione giuridica qualificata e differenziata rispetto all'esercizio del potere amministrativo. Il lavoratore extracomunitario, pur essendo il destinatario finale del provvedimento, non è legittimato ad agire in giudizio per l'annullamento del diniego, in quanto la normativa in materia di flussi migratori non gli riconosce una posizione giuridica soggettiva meritevole di tutela autonoma rispetto a quella del datore di lavoro. Pertanto, il lavoratore extracomunitario non può far valere direttamente in giudizio l'interesse all'ottenimento del nulla osta, essendo tale interesse rimesso in via esclusiva alla sfera giuridica del datore di lavoro che ha presentato la domanda di assunzione. La legittimazione ad agire in giudizio per l'impugnazione del diniego del nulla osta è quindi riconosciuta solo in capo al datore di lavoro, in quanto unico soggetto titolare di una posizione giuridica differenziata e qualificata rispetto all'esercizio del potere amministrativo in materia di flussi migratori.