Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) può essere integrato anche da condotte realizzate all'interno della privata dimora degli imputati, qualora siano dirette verso l'esterno e accessibili alla vista di terzi, non configurandosi in tal caso la violazione del divieto di interferenze illecite nella vita privata (art. 615-bis c.p.). La valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa e dei testimoni principali deve essere effettuata in maniera logica e approfondita dal giudice di merito, tenendo conto di tutti gli elementi di prova, anche documentali, a disposizione, senza che possa ritenersi illogica o carente la motivazione per il solo fatto che vi siano state precedenti condanne della persona offesa per reati di minaccia nei confronti degli imputati. Nell'ipotesi di overturning della sentenza di primo grado, il giudice di appello è tenuto a procedere alla rinnovazione dell'istruzione dibattimentale, con la riassunzione delle testimonianze essenziali, al fine di rafforzare la motivazione a sostegno della diversa decisione.