Cassazione penale Sez. V ordinanza n. 24020 del 23 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24020PEN

Massima

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Il falso in autocertificazione, anche se non determinante ai fini della conclusione del contratto cui è finalizzato, integra comunque il reato di cui all'art. 483 c.p. in quanto costituisce una condotta fraudolenta volta ad ottenere un vantaggio dalla pubblica amministrazione, essendo irrilevante che tale vantaggio sia stato effettivamente conseguito. Il principio di diritto è che il reato di falso in autocertificazione è integrato anche quando il falso non abbia inciso sulla conclusione del negozio giuridico cui era finalizzato, in quanto la condotta fraudolenta è di per sé sufficiente a integrare la fattispecie criminosa, a prescindere dall'effettivo conseguimento del vantaggio. La Corte di Cassazione ha infatti chiarito che il reato di falso in autocertificazione si consuma con la presentazione del documento contenente le false dichiarazioni, a prescindere dalle conseguenze che tale condotta possa avere avuto, essendo sufficiente l'idoneità della stessa a indurre in errore la pubblica amministrazione. Pertanto, il falso in autocertificazione è punibile anche quando non abbia inciso sulla conclusione del contratto o sull'ottenimento di un vantaggio, in quanto la condotta fraudolenta è di per sé sufficiente a integrare la fattispecie criminosa, a prescindere dall'effettivo conseguimento del vantaggio. Ciò in quanto il bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice è l'affidamento della pubblica amministrazione nella veridicità delle dichiarazioni rese dai privati, a prescindere dalle conseguenze pratiche della condotta fraudolenta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - rel. Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. CA. GE. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 4270/2006 CORTE APPELLO di ROMA, del 08/01/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALFONSO AMATO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI POPOLO Angelo, che ha concluso per l'inammissibilita';

udito il difensore avv. Pecoraro R..

MOTIVI DELL…

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