La revoca della patente di guida per il venir meno dei requisiti morali di cui all'art. 120 del Codice della Strada rientra nella giurisdizione del Giudice Ordinario, trattandosi di un accertamento avente natura vincolata e con vincolo posto nell'esclusivo interesse privato, la cui posizione giuridica va qualificata in termini di diritto soggettivo perfetto. Pertanto, il Giudice Amministrativo adito deve dichiarare il difetto di giurisdizione in favore del Giudice Ordinario, innanzi al quale la causa potrà essere riassunta nei termini di legge, fatti salvi gli effetti sostanziali e processuali della domanda azionata. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 152/2021, ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'art. 120, comma 1, del Codice della Strada, in riferimento agli artt. 3, 4, 16 e 35 della Costituzione. Ogni questione relativa al possesso dei requisiti morali per il rilascio o la revoca della patente di guida rientra nella competenza del Giudice Ordinario, in quanto attiene a un diritto soggettivo perfetto dell'interessato, la cui tutela non può essere affidata al Giudice Amministrativo. Il provvedimento di revoca della patente, adottato in applicazione dell'art. 120 del Codice della Strada, è pertanto devoluto alla cognizione del Giudice Ordinario, essendo qualificabile come attività vincolata nell'esclusivo interesse privato del titolare della patente.