Il rigetto dell'istanza di condono edilizio e l'ordine di demolizione di un manufatto edilizio abusivo, ancorché di modeste dimensioni, sono provvedimenti legittimi e doverosi, in quanto volti al ripristino della legalità urbanistica violata, a prescindere dalla valutazione di specifici interessi pubblici o privati. Il mancato rispetto dei requisiti minimi di abitabilità previsti dalla normativa primaria (D.M. 5 luglio 1975) costituisce un valido motivo ostativo al rilascio del condono, non derogabile nemmeno in sede di rilascio del certificato di abitabilità, in quanto attinente alla tutela della salute pubblica, principio di rango costituzionale. L'ordine di demolizione, essendo provvedimento vincolato, non necessita di una motivazione ulteriore rispetto all'indicazione dei presupposti di fatto e all'individuazione e qualificazione degli abusi edilizi, non richiedendo la valutazione di specifici interessi pubblici o privati. L'omessa comunicazione di avvio del procedimento non inficia la legittimità dell'ordine di demolizione, in quanto trattasi di provvedimento a contenuto vincolato, per il quale non è prevista la possibilità per l'amministrazione di effettuare valutazioni di interesse pubblico relative alla conservazione del bene.