Il dolo alternativo integra validamente l'elemento psicologico del delitto tentato di omicidio, quando l'intenzionale deliberazione di investire la vittima comporta la necessaria rappresentazione e volizione dell'epilogo letale in termini di elevata probabilità, non di mera possibilità, essendo irrilevante che le lesioni riportate dalla vittima non abbiano avuto esito infausto per un "caso fortunato". L'aumento di pena per la continuazione ai sensi dell'art. 81, comma 3, c.p. si applica solo se l'imputato sia stato precedentemente condannato in via definitiva con applicazione della recidiva reiterata, non essendo sufficiente la mera dichiarazione di equivalenza tra recidiva e circostanze attenuanti generiche. La motivazione della sentenza è immune da vizi logici e congrua quando, pur in presenza di deduzioni difensive, dà conto in modo adeguato delle ragioni poste a fondamento delle statuizioni, rientrando nell'ambito della opinabilità degli apprezzamenti di merito.