Il registro operatorio, in quanto atto interno della pubblica amministrazione destinato a documentare l'attività svolta dal personale medico nell'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, riveste la natura di atto pubblico. La mancata o incompleta annotazione nel registro operatorio di elementi essenziali relativi all'intervento chirurgico, come la partecipazione di altri sanitari, ovvero la successiva alterazione del registro mediante l'aggiunta di informazioni precedentemente omesse, integrano i reati di falso ideologico e falso materiale in atto pubblico, rispettivamente, ai sensi degli artt. 476 e 479 c.p. L'elemento soggettivo richiesto per tali reati è il dolo generico, consistente nella consapevolezza dell'"immutatio veri", a prescindere dall'intenzione di nuocere o trarre in inganno. La buona fede dell'agente, quale causa di esclusione della punibilità, può essere esclusa sulla base delle peculiarità della fattispecie concreta, laddove emerga la piena consapevolezza dell'incompletezza o falsità della rappresentazione del fatto nel registro operatorio, in ragione della rilevanza e del significato di tali omissioni o alterazioni per il corretto adempimento dei doveri professionali.