Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La sospensione del servizio militare obbligatorio non determina l'abrogazione del reato di mancata presentazione alla chiamata alle armi, ma comporta una successione di leggi penali diverse nel tempo, con applicazione della disciplina più favorevole al reo ai sensi dell'art. 2, comma 4, c.p., salvo il caso di sentenza irrevocabile. Ciò non integra una violazione del principio di uguaglianza di cui all'art. 3 Cost., né la retroattività della norma più favorevole gode di copertura costituzionale, potendo essere limitata dall'intangibilità del giudicato. La disciplina sul servizio militare obbligatorio, pur essendo stata sospesa, non è stata totalmente abrogata, in quanto permane la previsione costituzionale di cui all'art. 52 Cost. e la possibilità di ripristino del servizio di leva in specifiche situazioni eccezionali, anche in tempo di pace, secondo quanto stabilito dalla legge n. 331 del 2000 e dal d.lgs. n. 215 del 2001. Pertanto, l'inoperatività delle norme concernenti le modalità di prestazione del servizio militare obbligatorio di leva, integranti il precetto penale, determina una successione di leggi penali diverse nel tempo, con applicazione della disciplina più favorevole al reo ai sensi dell'art. 2, comma 4, c.p., salvo il caso di sentenza irrevocabile.