Cassazione penale Sez. II sentenza n. 6017 del 8 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:6017PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione di tipo mafioso non richiede necessariamente la formale affiliazione o l'assunzione di specifici ruoli operativi, essendo sufficiente la stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare uno status di appartenenza e un ruolo dinamico e funzionale, in esplicazione del quale l'interessato prende parte al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi. Tale partecipazione può essere desunta da diversi indicatori fattuali, quali i comportamenti tenuti nelle pregresse fasi di "osservazione" e "prova", l'investitura della qualifica di "uomo d'onore", la commissione di delitti-scopo, oltre a molteplici e significativi "facta concludentia", idonei senza alcun automatismo probatorio a dare la sicura dimostrazione della costante permanenza del vincolo, con puntuale riferimento allo specifico periodo temporale considerato. Ai fini dell'integrazione della condotta di partecipazione, non è necessario che ciascuno dei membri del sodalizio si renda protagonista di specifici atti esecutivi della condotta criminosa programmata, poiché il reato associativo, secondo la struttura tipica dei reati di pericolo presunto, si consuma anche con la sola dichiarata adesione all'associazione da parte del singolo, il quale mettendosi a disposizione per il perseguimento dei comuni fini criminosi accresce, per ciò solo, la potenziale capacità operativa e la temibilità dell'associazione, circostanza che integra la lesione del bene giuridico - ordine pubblico - tutelato dalla norma. La presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. non è assoluta, ma relativa, potendo essere superata dalla prova contraria fornita dall'indagato, il quale tuttavia non può limitarsi a dedurre il proprio allontanamento dalla frequentazione con soggetti orbitanti nell'ambito del sodalizio mafioso, essendo necessario dimostrare il suo definitivo e spontaneo distacco dalla vita criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. IMPERIALI Lucia - rel. Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 290/2017 TRIB. LIBERIA' di LECCE, del 16/06/2017;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUCIANO IMPERIALI;
sentite le conclusioni del PG Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha chiesto l'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato;
Udito il difensore avv. Pezzato Giovanni, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 13/1/2017 il Giudice per le indagini preliminari de…

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