Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29865 del 10 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:29865PEN

Massima

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Il giudice di pace, nel pronunciare una sentenza di condanna penale con pena pecuniaria e risarcimento del danno in favore della parte civile, è tenuto a motivare adeguatamente l'apprezzamento della prova, anche in relazione alle deduzioni difensive concernenti l'alibi o l'attendibilità della persona offesa. L'impugnazione proposta dall'imputato contro tale sentenza, qualora deduca vizi di motivazione in riferimento all'accertamento dei fatti, deve essere qualificata come appello, ai sensi dell'art. 574 c.p.p., comma 4, anche se non risulta espressamente impugnato il capo relativo alla condanna al risarcimento del danno, in quanto l'impugnazione dell'imputato contro la pronuncia di condanna penale estende i suoi effetti alle statuizioni civili dipendenti dalla condanna. Il ricorso per cassazione è, pertanto, inammissibile, dovendosi disporre la trasmissione degli atti al giudice di appello competente per il relativo giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 98/2013 GIUDICE DI PACE di BASSANO DEL GRAPPA, del 06/05/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/05/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE MARZO GIUSEPPE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) in sostitu…

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