Facendo seguito all'orientamento già espresso con la sentenza n. 66 dell'8 febbraio 1990, la corte costituzionale ha dichiarato con decisione n. 183 del 4 aprile 1990, la illegittimità costituzionale, per contrasto con l'art. 3 cost., dell'art. 452 comma secondo cod. proc. pen. nella parte in cui non prevede che il P.M., in caso di dissenso nella richiesta di trasformazione del giudizio direttissimo in giudizio abbreviato, debba enunciare le ragioni e nella parte in cui non prevede che il giudice, quando a giudizio direttissimo concluso ritiene ingiustificato il dissenso del P.M., possa applicare all'imputato la riduzione di pena contemplata dall'art. 442 comma secondo cod. proc. PEN.. ne consegue pertanto che qualora si sia svolto il giudizio direttissimo per il dissenso del P.M. sulla richiesta di trasformazione in giudizio abbreviato, è illegittimo il rigetto del gravame d'appello sul punto relativo all'applicazione della riduzione di un terzo della pena, motivato con l'affermazione che tale riduzione "presuppone pur sempre che si sia svolto il rito abbreviato", in quanto lo stato normativo, a seguito dell'intervento predetto dalla corte costituzionale impone al giudice di appello di verificare se il dissenso dal pm fosse stato ingiustificato e se sussistessero, quindi le condizioni per operare la riduzione di pena richiesta.