Cassazione penale Sez. II sentenza n. 4577 del 3 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:4577PEN

Massima

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Il falso attestante il possesso di un requisito soggettivo richiesto dalla legge per ottenere un beneficio pubblico, anche se accompagnato dalla presentazione di un documento di identità che ne rivela la falsità, integra il reato di truffa aggravata, in quanto costituisce un artificio idoneo a indurre in errore l'ente erogatore, il quale è tenuto per legge a fare affidamento sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive presentate. La condotta fraudolenta non perde la sua idoneità ingannatoria per il solo fatto che il funzionario pubblico avrebbe potuto agevolmente rilevare la falsità, atteso che l'obbligo di controllo non esonera il privato dalla responsabilità penale derivante dalla presentazione di una dichiarazione mendace. Inoltre, la confusione ingenerata da istruzioni amministrative o il peculiare contesto di realizzazione del beneficio non esclude la consapevolezza del privato circa il requisito di cittadinanza richiesto dalla legge, il quale è di immediata e agevole percezione. Pertanto, la falsa attestazione della cittadinanza, anche se accompagnata dalla esibizione di un documento di identità che ne rivela la falsità, integra gli estremi del reato di truffa aggravata, in quanto costituisce un artificio idoneo a indurre in errore l'ente erogatore, il quale è tenuto per legge a fare affidamento sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive presentate. La condotta fraudolenta non perde la sua idoneità ingannatoria per il solo fatto che il funzionario pubblico avrebbe potuto agevolmente rilevare la falsità, atteso che l'obbligo di controllo non esonera il privato dalla responsabilità penale derivante dalla presentazione di una dichiarazione mendace. Inoltre, la confusione ingenerata da istruzioni amministrative o il peculiare contesto di realizzazione del beneficio non esclude la consapevolezza del privato circa il requisito di cittadinanza richiesto dalla legge, il quale è di immediata e agevole percezione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. ZAPPIA Pietro - Consigliere

Dott. CURZIO Pietro - rel. Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI VARESE;

contro la sentenza del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Varese del 16 luglio 2007;

nei confronti di:

Ab. Al. Ha. .

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione del Consigliere, Dott. Pietro Curzio;

Udito il Procuratore generale presso la Corte di cassazione, in persona del Sostituto Dott. Carmelo Stab…

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