La mancata approvazione del Piano Regionale dell'Attività di Cava (P.R.A.C.) da parte della Regione Veneto non inficia la legittimità delle autorizzazioni all'esercizio di attività estrattive rilasciate in base al regime transitorio previsto dalla legge regionale n. 44/1982, in attesa dell'adozione di tale strumento di pianificazione. La competenza autorizzativa in materia di attività di cava spetta alla Regione fino all'entrata in vigore del P.R.A.C., senza che ciò determini una violazione del giudicato formatosi su un precedente ricorso che aveva imposto alla Regione l'obbligo di approvare il piano. Le norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale comunale che vietano in via generale e assoluta l'attività estrattiva nelle zone agricole in attesa dell'approvazione del P.R.A.C. sono in contrasto con la disciplina regionale che individua ex ante nelle sole zone agricole le aree deputate alle attività estrattive, e pertanto vanno disapplicate. La fascia di rispetto di 200 metri dalle zone residenziali e produttive prevista dalla legge regionale si riferisce alle aree di escavazione e non alla viabilità di accesso alla cava. L'eventuale inottemperanza da parte del titolare dell'autorizzazione alle prescrizioni contenute nel provvedimento autorizzatorio non inficia la legittimità dell'autorizzazione stessa, ma può al più comportare la dichiarazione di decadenza, laddove espressamente prevista.