Il reato di violenza sessuale aggravata nei confronti di minore infraquattordicenne affidato per ragioni di cura, vigilanza e custodia si estingue per prescrizione, ai sensi dell'art. 157 c.p., decorsi dieci anni dalla data di consumazione del fatto, prorogati a quindici per effetto dell'interruzione, senza che rilevi l'applicazione della disciplina più favorevole introdotta successivamente, in quanto il processo era già pendente in grado di appello al momento dell'entrata in vigore della nuova normativa. Pertanto, ove non emergano elementi evidenti di mancata colpevolezza dell'imputato o di radicale inammissibilità dell'impugnazione, il giudice deve dichiarare l'estinzione del reato per prescrizione, annullando senza rinvio la sentenza impugnata. La valutazione della genuinità e attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa, minore con deficit cognitivo, nonché l'accertamento della sua capacità testimoniale, costituiscono presupposti essenziali per la pronuncia di condanna, la cui omissione o carenza determina l'annullamento della decisione con rinvio per un nuovo giudizio.