Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31889 del 30 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:31889PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nell'esercizio delle proprie funzioni, compie atti arbitrari, ossia ingiustificati e sproporzionati rispetto alle circostanze concrete, eccedendo i limiti delle proprie attribuzioni, non può beneficiare della scriminante prevista dalla legge, anche qualora l'atto in sé sia formalmente legittimo. Ciò in quanto la norma non richiede l'illegittimità originaria dell'atto, ma il superamento arbitrario dei poteri conferiti all'agente, desumibile dalla commissione di condotte ingiustificate e sproporzionate rispetto alla situazione di fatto. Pertanto, il giudice, nel valutare la sussistenza dell'eccesso di potere, deve accertare la ragionevolezza e proporzionalità dell'intervento del pubblico ufficiale in relazione alle concrete circostanze del caso, senza limitarsi a un mero giudizio di legittimità formale dell'atto. Inoltre, nel determinare la pena, il giudice deve tenere conto della gravità della condotta dell'imputato, desunta anche dalla sua personalità e dai precedenti penali, pur concedendo le attenuanti generiche ove ricorrano i presupposti, senza che ciò integri una contraddittorietà o illogicità della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. OLIVA Bruno - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PO. Em. , nata il (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Roma 7 maggio 2007 n. 3564;

Sentita la relazione svolta dal Cons. Dott. S. F. MANNINO;

Sentita la requisitoria del PROCURATORE GENERALE, in persona del Dr. DI CASOLA Carlo, il quale ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.

Osserva:

IN FATTO E DIRITTO

Con sentenza del 18 ottobre 2005 n. 21235 il Tribunale di Roma as…

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