Il possesso di strumenti atti allo scasso da parte di soggetto con precedenti penali per reati contro il patrimonio, in assenza di plausibile giustificazione circa la loro destinazione lecita, integra la contravvenzione di cui all'art. 707 c.p., in quanto la norma mira a tutelare il patrimonio attraverso la prevenzione di situazioni di pericolo tipizzate, demandando al giudice il compito di verificare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, ovvero la qualità del soggetto attivo, l'attitudine lesiva degli oggetti posseduti e l'incapacità del soggetto di giustificarne la destinazione lecita. In tali casi, il silenzio dell'imputato non può essere considerato di per sé un ingiustificato motivo di possesso, dovendosi valutare tutte le circostanze conosciute o conoscibili dal giudicante, tra cui l'inidoneità degli strumenti a forzare serrature. Inoltre, in assenza di elementi di meritevolezza, il giudice può legittimamente negare le circostanze attenuanti generiche.