Il reato di associazione per delinquere finalizzato alla commissione di reati contro il patrimonio e contro la fede pubblica, mediante l'esportazione all'estero di autoveicoli con documentazione contraffatta e la simulazione di furti, integra una fattispecie criminosa caratterizzata dalla presenza di una struttura organizzativa minima ma adeguata, dalla fungibilità dei ruoli tra i partecipi e dalla condivisione degli utili derivanti dall'attività illecita, che si protrae nel tempo secondo un modus operandi ripetitivo. Tale reato associativo, pur non richiedendo la realizzazione di tutti i reati-fine programmati, è autonomo e distinto rispetto ai singoli delitti esecutivi, la cui prescrizione non determina l'estinzione dell'associazione. Tuttavia, quando la prescrizione del reato associativo matura prima della conclusione del giudizio, il giudice è tenuto a dichiararne l'estinzione, senza poter procedere ad un'assoluzione nel merito ai sensi dell'art. 129 c.p.p., comma 2, salvo che le circostanze idonee ad escludere l'esistenza del fatto, la sua rilevanza penale e la non commissione da parte dell'imputato emergano in modo assolutamente incontrovertibile dagli atti. Analogamente, la prescrizione dei reati-fine non consente di procedere ad una pronuncia di assoluzione nel merito, se non quando le condizioni di cui all'art. 129 c.p.p., comma 2, siano pienamente dimostrate.