Cassazione penale Sez. I sentenza n. 30358 del 16 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:30358PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuazione tra il reato associativo e i reati fine non può essere riconosciuta quando questi ultimi, pur rientrando nell'ambito delle attività del sodalizio criminoso e finalizzati al suo rafforzamento, non erano programmabili ab origine, essendo risultati connessi a circostanze ed eventi contingenti e occasionali o comunque non immaginabili al momento iniziale dell'associazione. Ciò in quanto il presupposto essenziale per l'accertamento del vincolo della continuazione è la genesi programmatica unitaria dei reati, che non coincide con il mero atteggiamento mentale di chi, persistendo nell'adesione all'associazione criminosa, persevera nella commissione dei reati attuativi degli scopi della consorteria, ma richiede una rinnovata adesione, psicologica e materiale, agli stessi, e non l'originario atto volitivo. Pertanto, la distanza temporale rilevante tra l'inserimento del soggetto nell'associazione mafiosa e l'emersione delle precondizioni necessarie per la generica ideazione del reato fine, nonché l'assenza di elementi che dimostrino l'unitarietà del disegno criminoso sin dall'adesione al sodalizio, costituiscono elementi ostativi all'applicazione della continuazione tra il reato associativo e il reato fine.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. SIANI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. MANCUSO Luigi F. - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 24/02/2016 del GIP TRIBUNALE di CALTANISSETTA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere VINCENZO SIANI;
lette/ser.pt-ite le conclusioni del PG Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha concluso per il rigetto del ricorso con le statuizioni consequenziali.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe, resa il 24 febbraio 2016, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta ha rigettato l'istanza form…

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