Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41322 del 22 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:41322PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la violenza o la minaccia sono esercitate per far valere un diritto non azionabile dinanzi a un giudice, a differenza del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in cui la violenza è diretta a far valere un diritto preesistente. Pertanto, la condotta di coloro che, pur ritenendo la persona offesa responsabile di un furto, la aggrediscono violentemente per costringerla a consegnare una somma di denaro, integra il reato di estorsione e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto non sussiste alcun diritto azionabile dinanzi a un giudice. Inoltre, l'utilizzo di modalità tipiche dell'agire mafioso, come l'intimidazione della vittima, la conduzione in un luogo appartato e il pestaggio, integra l'aggravante della mafiosità prevista dalla legge, a prescindere dall'appartenenza organica degli aggressori a un'associazione mafiosa. In tali casi, le esigenze cautelari, come il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, giustificano l'applicazione della misura cautelare più grave della custodia in carcere, non essendo sufficiente una misura meno afflittiva come gli arresti domiciliari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PA. Ma. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza emessa il 28/12/2010 dal Tribunale di Salerno sezione riesame ex articolo 309 c.p.p. nel procedimento di riesame di ordinanza applicativa della custodia cautelare carceraria adottata il 14/12/2009 dal G.I.P. del Tribunale di Salerno;

esaminati gli atti, il ricorso e l'ordinanza impugnata;

udita in camera di consiglio la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del sost…

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