Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19284 del 17 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:19284PEN

Massima

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La continuità criminosa tra il reato associativo e i reati-fine commessi nell'ambito dell'associazione è ammissibile solo se questi ultimi siano stati programmati al momento dell'adesione del partecipe al sodalizio. Pertanto, non è configurabile la continuazione tra il reato associativo e quei reati-fine che, pur rientrando nell'ambito delle attività del gruppo criminoso e finalizzati al suo rafforzamento, non erano programmabili ab origine perché legati a circostanze ed eventi contingenti e occasionali o, comunque, non immaginabili al momento iniziale dell'associazione. La verifica della sussistenza della continuazione deve essere effettuata con riferimento al momento in cui il soggetto si è determinato ad aderire all'associazione, non potendosi ammettere un automatismo che riconosca il beneficio sanzionatorio per tutti i reati commessi in ambito associativo. Inoltre, la natura preterintenzionale di un reato, come l'omicidio, esclude che esso possa essere ricompreso nel programma criminoso unitario dell'associazione, in quanto tale evento, pur rientrando nell'attività del sodalizio, non era prevedibile né programmabile al momento dell'adesione del partecipe. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, nel valutare la continuazione tra il reato associativo e i reati-fine, deve accertare con rigore la sussistenza di una comune programmazione originaria, senza poter recuperare a posteriori, sulla base di circostanze sopravvenute, un nesso di unitarietà tra i diversi reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - rel. Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 24/10/2019 della CORTE di ASSISE di APPELLO CATANZARO;
udita la relazione svolta dal Consigliere TERESA LIUNI;
lette le conclusioni del Procuratore generale, ((omissis)), la quale ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 24/10/2019, depositata il 27/4/2020, la Corte di Assise di appello di Catanzaro, in funzione di giudice dell'esecuzione, ha respinto l'istanza di (…

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