La convenzione urbanistica stipulata tra un Comune e i lottizzanti, avente ad oggetto la realizzazione di opere di pubblica utilità, costituisce un contratto di diritto pubblico che genera obblighi e diritti in capo alle parti. Il mancato adempimento da parte dei lottizzanti degli obblighi di realizzazione delle opere previste nella convenzione legittima il Comune a richiedere l'accertamento dell'inadempimento contrattuale e la condanna dei lottizzanti al pagamento della monetizzazione corrispondente alle opere non realizzate. Tuttavia, l'azione del Comune per far valere tali diritti è soggetta al termine di prescrizione decennale previsto dall'art. 2946 c.c., che decorre dalla scadenza del termine per l'esecuzione delle opere. Pertanto, qualora il Comune non abbia tempestivamente agito in giudizio per far valere i propri diritti, gli stessi devono ritenersi prescritti, non potendo il Comune proporre una nuova azione dopo il decorso del termine di prescrizione, anche qualora il precedente giudizio si sia concluso con una pronuncia di difetto di giurisdizione. In tal caso, infatti, l'effetto interruttivo della prescrizione determinato dalla precedente azione giudiziaria non si conserva nel nuovo giudizio, in assenza di una tempestiva riassunzione della causa dinanzi al giudice munito di giurisdizione.