La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive realizzate in aree sottoposte a vincolo di inedificabilità è legittimo e deve essere eseguito, anche in caso di parziale annullamento giurisdizionale di tale ordine, in quanto la sanzione pecuniaria per l'inottemperanza all'ingiunzione di demolizione è sempre irrogata nella misura massima di euro 20.000,00, a prescindere dall'entità degli abusi, in applicazione del principio di indifferenza che impone la demolizione di qualsiasi nuova costruzione realizzata sine titulo in area vincolata. L'ordine di demolizione può essere legittimamente adottato dal responsabile dell'ufficio tecnico comunale, anche in assenza di qualifica dirigenziale, in applicazione del principio di cui all'art. 109, comma 2, del D.Lgs. n. 267/2000. Il mancato preventivo parere della Soprintendenza non determina l'illegittimità dell'ordine di demolizione, in quanto l'amministrazione comunale può legittimamente ritenere superfluo acquisirlo qualora ritenga le opere non conformi per profili urbanistici ed edilizi, senza necessità di valutazioni paesaggistiche. La violazione dell'art. 10-bis della L. n. 241/1990 non sussiste ove l'amministrazione abbia comunque esaminato e motivato sulle deduzioni presentate dal privato in sede di preavviso di rigetto.