Cassazione penale Sez. V sentenza n. 564 del 12 gennaio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:564PEN

Massima

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Il superiore gerarchico che minaccia il trasferimento o il congedo di un subordinato, pur non potendo provvedervi personalmente, è ritenuto in grado di influire sulle scelte dell'amministrazione nella realizzazione di tali risultati, sicché le sue minacce assumono concreta efficacia minatoria, configurando il reato di minaccia. Inoltre, l'agire nella ragionevole previsione di determinare l'altrui reazione aggressiva è atteggiamento ostativo alla ricorrenza della scriminante della legittima difesa, per la mancanza del requisito della necessità della difesa. Pertanto, il superiore gerarchico che minaccia il trasferimento o il congedo di un subordinato e lo aggredisce fisicamente non può invocare la legittima difesa, essendo responsabile del reato di minaccia e di lesioni personali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difensore di: (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del Tribunale di Pavia in data 3.2.2011;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Zaza Carlo;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Giuseppe Volpe, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

uditi i difensori della parte civile Avv. (OMISSI…

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