Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5815 del 6 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5815PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente prospetta alla persona offesa un danno certo e sicuro proveniente da sé stesso, a prescindere dall'esistenza di un altro soggetto detentore del bene oggetto della richiesta estorsiva. La diversa qualificazione giuridica del fatto come truffa aggravata, prospettata dal ricorrente, è irrilevante ai fini della sussistenza del reato di estorsione, in quanto il danno prospettato dall'imputata alla persona offesa era reale e non meramente immaginario. Pertanto, il reato di estorsione non può essere riqualificato in truffa aggravata, anche qualora l'imputata abbia falsamente rappresentato l'esistenza di un altro soggetto detentore del bene oggetto della richiesta estorsiva, in quanto tale circostanza non incide sulla configurabilità del reato di estorsione, essendo sufficiente che l'agente abbia prospettato alla persona offesa un danno certo e sicuro proveniente da sé stesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - rel. Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Roma, in data 12 dicembre 2012, di riforma della sentenza del Tribunale di Roma, in data 12 marzo 2008;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione svolta dal Consigliere Dott. Franco Fiandanese;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Viola Alfredo Pompeo, che ha concluso per l'inammissibilita' del r…

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