Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La pronuncia di espressioni ingiuriose, anche se provocate da pregressi contrasti di vicinato e dalla limitazione della libertà di movimento di una persona anziana e non vedente, non è giustificata dall'esimente della provocazione di cui all'art. 599 c.p., comma 2, in quanto l'offesa verbale eccede la reazione proporzionata all'ingiusta condotta altrui. L'imputabilità dell'ingiuria permane anche qualora l'autore non sia in grado di riconoscere la persona offesa, in quanto la responsabilità penale prescinde dalla consapevolezza dell'identità della vittima. Pertanto, il giudice di merito può legittimamente condannare per il reato di ingiuria aggravata ai sensi dell'art. 594 c.p., comma 4, senza che ciò integri un vizio di motivazione, ove abbia accertato la sussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi del reato. Il ricorso per cassazione avverso tale pronuncia è inammissibile se proposto oltre il termine di legge.