La disciplina sulla ricusazione del giudice contenuta nel codice di procedura penale non è integralmente applicabile al procedimento di prevenzione, nonostante la natura giurisdizionale di quest'ultimo. Infatti, il giudice della prevenzione non è incompatibile al giudizio di merito per il solo fatto di essersi precedentemente pronunciato sugli stessi fatti nei confronti della stessa persona in un diverso procedimento, sia esso penale o di prevenzione. Ciò in ragione delle peculiarità strutturali del procedimento di prevenzione, che non conoscono la valorizzazione dei diversi piani decisori all'interno della stessa vicenda in funzione della tutela dell'imparzialità del giudice, essendo fisiologico che la decisione conclusiva spetti al medesimo giudice che si è pronunciato in via cautelare. Pertanto, il mero pregresso esame dei medesimi fatti da parte del giudice della prevenzione non determina un pregiudizio per la sua imparzialità e neutralità, non configurandosi in tal caso una causa di ricusazione. Ciò in quanto il procedimento di prevenzione, pur condividendo con il processo penale il carattere giurisdizionale, presenta peculiarità che impediscono la trasposizione integrale del catalogo di motivi di ricusazione delineato dal legislatore con esclusivo riferimento al giudizio di cognizione penale.