Il vizio parziale di mente, ai fini dell'imputabilità, richiede che la capacità di intendere e di volere sia "grandemente scemata", non essendo sufficiente una mera "parziale" compromissione. Pertanto, la presenza di disturbi della personalità o altre anomalie psichiche non inquadrabili nel ristretto novero delle malattie mentali, pur incidendo sulla capacità di intendere e di volere, non integra il vizio parziale di mente ex art. 89 c.p. se non è dimostrato che tali patologie abbiano determinato una compromissione "grandemente" scemata di tale capacità, con nesso eziologico con la condotta criminosa. Il giudizio sull'imputabilità non può desumersi dalla sola tipologia di reato e dalle modalità della condotta, essendo necessario valutare specifici elementi di prova in tal senso. Inoltre, il giudice di merito è tenuto a esaminare e motivare in modo adeguato la richiesta di prevalenza delle circostanze attenuanti generiche sulle aggravanti, anche quando tale richiesta sia stata specificamente argomentata dalla difesa.