Il giudice, nell'esercizio del proprio potere di controllo sulla corrispondenza tra il fatto contestato e quello emerso nel corso del dibattimento, può disporre la trasmissione degli atti al pubblico ministero ai fini di una nuova determinazione in ordine all'esercizio dell'azione penale, qualora ravvisi una diversità del fatto tale da non consentire la pronuncia di una sentenza di condanna o di assoluzione in relazione all'imputazione originaria. Tale provvedimento, pur incidendo sulla progressione del processo, non è qualificabile come abnorme, in quanto rientra nell'ambito dei poteri riconosciuti al giudice del dibattimento dall'articolo 521, comma 2, del codice di procedura penale. Il dovere di rilevare la causa estintiva della prescrizione, infatti, presuppone che il giudice ritenga il reato descritto nel decreto che dispone il giudizio corrispondente a quello emerso nel corso del dibattimento; diversamente, si ravvisa la necessità di demandare al pubblico ministero le necessarie determinazioni in ordine all'esercizio dell'azione penale, che determineranno il nuovo thema decidendum.