Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41014 del 26 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:41014PEN

Massima

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Il comportamento violento e aggressivo di un soggetto nei confronti di pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, con atti di minaccia, percosse e resistenza, integra i reati di cui agli artt. 337 e 582 c.p. e non può essere giustificato dalla scriminante dell'esercizio di un diritto o di un dovere, in quanto l'intervento dei pubblici ufficiali, volto a ristabilire l'ordine pubblico e a identificare il soggetto, rientra nei loro compiti istituzionali. La valutazione della gravità della condotta e della personalità dell'imputato, anche in considerazione di precedenti penali, costituisce il fondamento per l'applicazione di una pena congrua, nel rispetto dei criteri di cui all'art. 133 c.p. L'inammissibilità del ricorso per cassazione, che preclude l'accesso alla fase di impugnazione, determina il passaggio in giudicato della sentenza di condanna, rendendo irrilevante la successiva maturazione della prescrizione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

VE. Gi. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Palermo 2 novembre 2007 n. 2934.

Sentita la relazione svolta dal Cons. Dott. S. F. MANNINO;

Sentita la requisitoria del PROCURATORE GENERALE, in persona del Dr. Vincenzo GERACI, il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Osserva:

IN FATTO E DIRITTO

Con sentenza del 20 dicembre 2006 n. 42…

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