Il parere di non compatibilità paesaggistica espresso dalla Soprintendenza competente in relazione a interventi edilizi realizzati in assenza di preventiva autorizzazione paesaggistica è legittimo, in quanto l'amministrazione è tenuta a effettuare una valutazione complessiva e non atomistica dell'intervento, considerando l'insieme delle opere realizzate nel loro impatto sul paesaggio, a prescindere dalla loro percepibilità visiva. La realizzazione di manufatti quali piscine interrate, tettoie e opere di sistemazione esterna, anche se non costituenti volumi, determina comunque una trasformazione della superficie e un impatto sul contesto paesaggistico, non sanabile ex post ai sensi dell'art. 167 del d.lgs. n. 42/2004. La normativa regionale che consente, per l'edilizia esistente al 1955 in zona di tutela ambientale, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, non trova applicazione quando non sia provata l'anteriorità dei manufatti abusivi rispetto a tale data e, comunque, non può ricomprendere opere che eccedono gli interventi di mera manutenzione.