Il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione di una minore, anche se non accompagnato da violenza fisica, integra il reato di cui all'art. 600-bis c.p. quando l'agente sia consapevole della minore età della vittima e la costringa, anche solo con minacce, a prostituirsi sotto la sua protezione, assegnandole i luoghi di esercizio e appropriandosi dei relativi proventi. L'attendibilità della deposizione della persona offesa, valutata complessivamente e in relazione a eventuali contraddizioni o motivi di interesse a mentire, costituisce elemento sufficiente per la prova della responsabilità penale, senza necessità di ulteriori riscontri esterni, quando risulti coerente, precisa e persistente, e non sia smentita da altri elementi di giudizio. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della prova e della credibilità della vittima, il cui apprezzamento è incensurabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato. La pena, pur dovendo essere commisurata secondo i criteri di cui all'art. 133 c.p., può essere fissata anche in prossimità del minimo edittale, senza che ciò comporti vizi di legittimità, ove risulti congruamente motivata.