Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3661 del 27 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:3661PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la minaccia o la violenza esercitata dal soggetto agente, anche al fine di far valere un preteso diritto, assume caratteri di tale gravità e sistematicità da andare oltre il ragionevole intento di tutelare una propria pretesa, denotando una prava volontà ricattatoria finalizzata al conseguimento di un profitto ingiusto. Ciò si verifica in particolare quando il soggetto agente, estraneo al rapporto obbligatorio, agisce per realizzare un proprio interesse autonomo e distinto da quello del creditore, avvalendosi di collaboratori che, per il loro spessore criminale, introducono nell'azione un fine non omogeneo alla mera attività recuperatoria del credito. In tali casi, l'ingiustizia del profitto perseguito dall'agente non creditore prevale sul fine di realizzare un proprio diritto agito dal creditore, riconducendo la condotta nell'alveo dell'estorsione. La qualificazione giuridica del fatto come estorsione, anziché come esercizio arbitrario delle proprie ragioni, non dipende dalla mera gravità oggettiva della violenza esercitata, ma dall'accertamento dell'elemento soggettivo dell'agente, ossia dalla verifica che la minaccia o la violenza siano state impiegate con la consapevolezza della loro ingiustizia, al fine di conseguire un profitto indebito, esorbitante rispetto alla tutela del preteso diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DAVIGO P. - rel. Consigliere

Dott. IMPERIALE Luciano - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 01/04/2014 della Corte d'appello di Torino, 2 sezione penale;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. GALLO Domenico;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. GALLI Massimo, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito per l'imputato, l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.

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