Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20565 del 24 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:20565PEN

Massima

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Il reato commesso con modalità mafiose, anche in assenza di una comprovata partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso, integra l'aggravante prevista dal D.L. n. 152 del 1991, art. 7, purché la condotta dell'agente sia idonea a esercitare una particolare coartazione psicologica sulla vittima, evocando l'esistenza di consorterie criminali amplificatrici della valenza delittuosa. Diversamente, l'aggravante è applicabile solo in presenza di una reale associazione mafiosa, di cui il reato commesso abbia lo scopo specifico di agevolare l'attività. In entrambi i casi, l'aggravante è applicabile a chiunque ne realizzi gli estremi, a prescindere dalla partecipazione all'associazione. Pertanto, il giudice deve fornire una motivazione adeguata e puntuale in ordine alla sussistenza di tali presupposti, non essendo sufficiente un mero richiamo formale all'aggravante, pena l'annullamento del provvedimento per carenza di motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. CASSANO Margheri - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. AL. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 813/2010 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 02/11/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARGHERITA CASSANO;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. GALASSO Aurelio che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

1. Il 2 novembre 2010 il Tribunale di Lecce, in parziale accoglimento della richiest…

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