La concessione di agevolazioni pubbliche a favore di imprese non può essere revocata sulla base della mera circostanza che l'impresa beneficiaria abbia fatto ricorso, in epoca anteriore alla concessione, ad un accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis l.f., in assenza di una specifica e adeguata istruttoria amministrativa volta a verificare la sussistenza dei requisiti di ammissibilità previsti dalla normativa di riferimento, con particolare riguardo alla qualificazione dell'impresa come "in difficoltà" ai sensi della disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato. Infatti, l'accordo di ristrutturazione dei debiti, pur presentando taluni elementi di affinità con le procedure concorsuali, non può essere automaticamente equiparato a tali procedure, attesa la persistente incertezza giurisprudenziale sulla sua esatta qualificazione giuridica e la differenza concettuale tra "stato di crisi" e "stato di insolvenza". Pertanto, l'Amministrazione, prima di procedere alla revoca delle agevolazioni, è tenuta a svolgere una puntuale istruttoria volta a verificare la sussistenza, in concreto, dei presupposti per la qualificazione dell'impresa come "in difficoltà", secondo i parametri analiticamente indicati dalla normativa comunitaria, senza poter fare affidamento su una mera presunzione di tale stato derivante dalla sola circostanza dell'accordo di ristrutturazione. In difetto di tale istruttoria, il provvedimento di revoca è affetto da vizio di difetto di istruttoria e deve essere annullato.