Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23221 del 27 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:23221PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che si appropria indebitamente di denaro pubblico di cui ha la disponibilità per ragioni del suo ufficio commette il reato di peculato, punito con la reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, nonché con la confisca per equivalente della somma sottratta. La valutazione degli elementi di prova, anche di natura indiziaria, è demandata in via esclusiva ai giudici di merito, il cui apprezzamento non può essere sindacato in sede di legittimità se sorretto da motivazione logica e coerente, senza che il ricorrente possa trasformare il giudizio di cassazione in un superappello volto a rimettere in discussione il merito della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 5922/18 Corte d'Appello di Milano del 03/10/2018;
esaminati gli atti e letti il ricorso ed il provvedimento decisorio impugnato;
udita la relazione del Consigliere, Dott. VILLONI O.;
sentito il pubblico ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ANIELLO R., che ha concluso per l'inammissibilita';
udito il difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
RITENU…

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