Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8329 del 25 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:8329PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, deve dare adeguata e logica contezza degli elementi indiziari posti a base del provvedimento, senza che il sindacato di legittimità possa estendersi ad una rivalutazione del materiale probatorio o ad una diversa ricostruzione dei fatti, quando la motivazione risulti congrua, coerente ed esente da errori logici e giuridici. Parimenti, il giudice può ritenere sussistenti le esigenze cautelari di cui all'art. 274 c.p.p., comma 1, lett. a) e c), sulla base di elementi specifici e concreti, idonei a giustificare, secondo il criterio dell'id quod plerumque accidit, il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, senza che ciò si traduca in una sproporzionata ed eccessiva anticipazione di pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. APRILE Stefa - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 05/11/2018 del Tribunale di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere APRILE Ercole;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
uditi per l'indagato l'avv. (OMISSIS) e l'avv. (OMISSIS), che hanno concluso chiedendo l'annullamento della ordinanza impugnata.

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